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Pubblicato postumo nel 1958, un anno dopo la morte del suo autore Giuseppe Tomasi di Lampedusa, il romanzo "Il Gattopardo" è uno splendido affresco della Sicilia e delle sue vicende storiche che vanno dal 1860 al 1910, un periodo di risurrezione, indipendenza e dell'Unità d'Italia.
Palazzo Salina o Villa Lampedusa - Palermo
Giuseppe Tomasi di Lampedusa trasse ispirazione dalla sua famiglia per la stesura del libro, i Tomasi di Lampedusa, soprattutto dalla biografia del suo bisnonno, il principe Giulio Fabrizio Tomasi, nel romanzo il principe Fabrizio Salina.
Il racconto inizia proprio nelle sontuose sale del Palazzo Salina, dimora del principe, della moglie Stella e dei loro sette figli.
Il palazzo Salina era attiguo alla Chiesa Madre. La sua breve facciata, con sette balconi sulla piazza, non lasciava supporre la sua smisuratezza che si estendeva indietro per duecento metri: erano dei fabbricati di stili differenti, armoniosamente uniti però intorno a tre vasti cortili e terminanti in un ampio giardino tutto cintato Il Palazzo o Villa Salina nella realtà è Villa Lampedusa, a San Lorenzo Colli (fuori Palermo), la piana in cui l'aristocrazia palermitana del settecento costruiva le proprie dimore fuoriporta.
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Villa Boscogrande
All'epoca della ricostruzione cinematografica Villa Lampedusa non era agibile, per l'ambientazione delle scene Luchino Visconti decise quindi di usare la vicina Villa Boscogrande (oggi vi si celebrano ricevimenti di prestigio), con la splendida terrazza e scalinata, i meravigliosi saloni e i suoi immensi giardini pieni di busti marmorei.
Palazzo Valguarnera-Gangi - Palermo
Nei pressi della Galleria d'Arte Moderna Sant'Anna troviamo il Palazzo Valguarnera-Gangi, dove venne girata la famosa scena del ballo.
Oggi il palazzo, ritenuto fra le dieci case private più belle al mondo, ha mantenuto la sua maestosità, è visitabile su prenotazione per poter ammirare, oltre la sala ballo e degli specchi, i cristalli, i lampadari, gli arazzi, il pavimento con il gattopardo, il terrazzo sulla piazza, l'austera facciata, i magnifici saloni, tripudio di affreschi, pregiati mobili antichi, maioliche dipinte e i cortile per le carrozze; inoltre è aperto per ricevimenti di rango.
Il Quartiere della Kalsa - Palermo
Le scene di battaglia fra l'esercito borbonico e le camicie rosse di Garibaldi vennero girate nel cuore di Palermo, alla Kalsa, dove Tomasi visse nel periodo di stesura del romanzo e dove si trovano i vari luoghi citati come la Chiesa della Catena, le Mura delle Cattive.
Palazzo dei Filangeri di Cutò - Santa Margherita Belice
Il manoscritto originale de "Il Gattopardo", i vestiti d'epoca, un fono-documento con la voce di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, manifesti e cere dei personaggi sono conservati presso il Palazzo Filangeri di Cutò.
Il Palazzo, "posto nel centro del paese, proprio nella Piazza ombreggiata, si stendeva per una estensione immensa e contava tra grandi e piccole trecento stanze..." (da Il Gattopardo) apparteneva alla famiglia materna di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e in questi luoghi trascorse le estati felici dell'infanzia e della giovinezza, fino ai vent'anni.
Il palazzo, distrutto dal sisma del 1968, fu parzialmente ricostruito dal Comune di Santa Margherita Belice; oggi è sede del Parco del Gattopardo.
Palma di Montechiaro e i luoghi immaginari
La storia della famiglia Tomasi è possibile assaporarla visitando la cittadina di Palma di Montechiaro, con la visita alla Chiesa Madre, il Monastero delle Benedettine, luogo di sepoltura della Beata Corbera (Elisabetta Tomasi di Lampedusa).
Nel periodo pasquale si ha la possibilità di gustare i biscotti ricci di mandorle, fatti secondo la ricetta antica, quella servita dalle loro antenate al Principe di Salina; da il "Gattopardo":
Gli piacevano i mandorlati che le monache confezionavano su ricette centenarie, gli piaceva ascoltare l'Uffizio nel coro, ed era financo contento di versare a quella comunità una parte non trascurabile del proprio reddito, così come voleva l'atto di fondazione