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I grandi scrittori sono quelli capaci di fondere la realtà degli ambienti che li circondano con la loro fantasia, di dar vita a personaggi talmente reali che con un po' di immaginazione possiamo vederli camminare al nostro fianco in quei luoghi dove il poeta ha deciso di farli vivere.

La nostra penisola è costellata di grandi città, borghi e laghi che, oltre a raccontare la storia italiana, sono dimora di racconti e storie d'amore che è possibile rivivere visitando questi posti. Andiamo quindi in Lombardia, per ripercorrere la storia d'amore italiana più famosa: I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.
Il romanzo racconta di Renzo e Lucia, due innamorati il cui sogno d'amore viene spezzato da Don Rodrigo, un Signore del paese che scommette con suo cugino Attilio di riuscire ad esercitare lo ius primae noctis, cioè il diritto di passare la prima notte di nozze con la sposa, Lucia. Da qui cominciano le peripezie dei due fidanzati...

Pescarenico, il paese di Renzo e Lucia, e l'"Addio ai Monti"

Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo artgate fondazione cariplo induno gerolamo pescarenico Foto di Gerolamo IndunoIl viaggio inizia da Pescarenico, un rione di Lecco dove Renzo, Lucia e Agnese, sua madre, incontrano Fra' Cristoforo per progettare la fuga. Il borgo si trova sulla riva sinistra del fiume Adda, da sempre abitato da pescatori la cui vita si svolgeva tra la pesca e la vendita dei pesci al mercato. Oggi è un quartiere molto tipico, che ancora conserva le piccole viuzze e le vecchie case addossate tra loro intervallate da antichi cortili rustici.
In piazza Padre Cristoforo sorgono la chiesa SS. Lucia e Materno e i resti di alcune celle e del cortile dell'antico convento che secondo il romanzo ospitò i tre fuggiaschi.
Da questo piccolo quartiere, si avvisterebbe quel paesaggio che ispirò il famoso "Addio ai Monti", pensiero intimo di Lucia, rattristata dal timore di non poter più rivedere quei luoghi, ricordo della sua infanzia. Oggi quella romantica vista, modificata da palazzi e condomini sorti in epoca moderna, non ha del tutto perso il suo fascino.

Olate: la cappella di Don Abbondio e la casa di Don Rodrigo

facciata antica olate Foto di Pietro pandolfiniAd Olate, un altro quartiere di Lecco, sorge la chiesa dei Santi Vitale e Valeria; la tradizione vuole che questa sia la cappella di Don Abbondio, nella quale doveva essere celebrato il matrimonio tra Renzo e Lucia. La chiesa risale al Quattrocento, ma di questa prima costruzione rimane solo il campanile; la navata fu rimaneggiata nel 1765 e allungata nel 1934, anno in cui fu ripristinata la facciata in stile "barocchetto".
A non più di 50 metri dalla piazza antistante la chiesa sorge un gruppo di case tra le quali si troverebbe la presunta dimora della promessa sposa. Ancora tra le vie di questo rione si trova un palazzo che ha ispirato Manzoni per creare il personaggio "antagonista" della storia: Don Rodrigo.

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La presunta casa di Don Rodrigo sorge sullo "zucco" di Olate, cioè sulla sommità di un rilievo; il palazzo fu costruito nel 1570 dalla potente famiglia degli Arrigoni, anche se non esiste una documentazione comprovata, e sarebbe stato progettato da un famoso architetto, Pellegrino Tibaldi. Fu proprietà di diverse famiglie nobiliari, finchè nel 1937 fu acquistata da Ulisse Guzzi, figlio del fondatore dell'omonima fabbrica di motociclette, il quale nonostante i malumori della gente del paese, decise di demolirla e ricostruirla mantenendo solo vagamente le forme originali.
Dagli anni Ottanta il palazzo è proprietà del comune di Lecco.

Valle di Somasca: la Fortezza dell'Innominato e la Casa del Sarto

castello innominato vercurago Foto di FrancescogbSpostiamoci in provincia adesso, nella Valle di Somasca dove, su un'altura naturale, si possono ammirare i ruderi di una fortezza che secondo gli storici ispirò uno dei personaggi più emblematici del romanzo: l'Innominato, uomo scosso da una profonda crisi spirituale, dapprima complice di Don Rodrigo, che in seguito alla conoscenza con Lucia, vede in lei "il segno" che lo porta alla conversione.
La costruzione sorge su un'altura naturale, le prime notizie storiche risalgono al XVI secolo, periodo in cui il castello era proprietà dei Visconti, anche se più probabilmente la struttura originale risale all'epoca carolingia. Oggi, facendo una passeggiata a piedi, si può raggiungere la collina e osservare ciò che rimane della Fortezza dell'Innominato: il muro perimetrale, alcune torri e parte dei bastioni difensivi. La cappella, che si trova dove originariamente vi era il torrione centrale, è stata costruita nel 1902 ed è dedicata a San Girolamo.
Altra tappa della rocambolesca storia di Renzo e Lucia è la Casa del Sarto che si trova nel rione di Chiuso, giusto sotto la Rocca dell'Innominato. Il sarto e la moglie ospitarono Lucia e la madre dopo la liberazione da parte dell'Innominato, la loro casa fu espressamente citata nella prima stesura del romanzo, il piccolo isolato descritto mantiene ancora le caratteristiche originali.

La Monza della Monaca

monza san maurizio Cambiamo provincia adesso e andiamo a visitare la chiesa di San Maurizio a Monza... avrete già capito che stiamo parlando del convento della Monaca di Monza. L'attuale costruzione sorge sull'antico monastero di Santa Margherita fondato dagli Umiliati nel XIII secolo. Nel tempo la chiesa è stata ristrutturata più volte, sconsacrata e il monastero venne soppresso; dal 1881 appartiene al Duomo di Monza, che vi riprende il culto e gli da l'attuale nome di San Maurizio. Negli ultimi decenni, sulle superfici soggette a demolizione, sono stati costruiti palazzi e condomini, così oggi la facciata barocca si trova "incastrata" tra strutture moderne. All'interno è possibile ammirare un organo in mantice risalente al XVIII secolo e diversi affreschi dell'antico convento di Santa Margherita.