La fama della sua bellezza è universale: i colori, i profumi, le tradizioni di varie civiltà, la storia di una cultura millenaria rappresentano un insieme che racconta tutto il fascino della splendida Sicilia. Innumerevoli sono i versi con cui grandi poeti e scrittori, fra '700 e '800, hanno immortalato la Sicilia, stregati dalla bellezza, dalle forme, dai suoi sapori e dalle mille sfaccettature dei suoi colori: scrittori come Johann Wolfgang Von Goethe, che nel 1787 intraprese il suo primo viaggio in Italia che lo portò anche in Sicilia. Da Viaggio in Italia: Non saprei descrivere con parole la luminosità vaporosa che fluttuava intorno alle coste quando arrivammo a Palermo in un pomeriggio stupendo. La purezza dei contorni, la soavità dell'insieme, il degradare dei toni, l'armonia del cielo, del mare, della terra… chi li ha visti una volta non li dimentica per tutta la vita.
Goethe arrivò a Palermo il 2 aprile 1787 e, agli occhi del viaggiatore tedesco, la bellezza e il fascino della città si esaltavano emozionandolo come davanti ad un quadro di Lorrain: Nostra prima cura fu quella di studiare bene la città, assai facile da osservarsi superficialmente ma difficile da conoscere; facile perché una strada lunga alcune miglia l'attraversa dalla porta inferiore a quella superiore, ossia dalla marina sino al monte, ed è a sua volta incrociata da un'altra pressappoco a metà, dimodoché ciò che si trova su queste due linee è comodamente visibile; la città interna, al contrario, disorienta lo straniero, che può dirigersi in tale labirinto solo con l'aiuto d'una guida. Com'essa ci abbia accolti, non ho parole bastanti a dirlo: con fresche verzure di gelsi, oleandri sempre verdi, spalliere di limoni, ecc. In un giardino pubblico c'erano grandi aiuole di ranuncoli e di anemoni. L'aria era mite, tiepida, profumata, il vento molle. Dietro un promontorio si vedeva sorgere la luna che si specchiava nel mare.Quelle che Goethe scrisse furono pagine straordinarie, e ancora oggi sono la migliore pubblicità per la grande isola italiana; Goethe ne rimase talmente affascinato da fare un'affermazione che, ancora oggi, è fra le sue citazioni più note e apprezzate: l'Italia senza la Sicilia non lascia immagine alcuna nello spirito. Qui è la chiave di ogni cosa.
Parte 1: La Palermo di Goethe
La città di Palermo, fondata dai Fenici con il nome Zyz (che in fenicio significa "il fiore") acquista un'importanza commerciale grazie alla sua posizione e ai due fiumi navigabili Kemonia e Papireto, tanto da diventare meta ambita dai Greci che popolarono la parte orientale della Sicilia.
Furono però i musulmani del Nordafrica, che occuparono Palermo nel IX secolo, a determinarne lo splendore definendola "paradiso della terra"; gli arabi introdussero i primi agrumeti, nacque la Conca d'oro ed iniziò così lo sviluppo economico della città, che ebbe il suo massimo splendore durante il periodo normanno-svevo.
Testimonianze artistico-storiche di questo periodo sono il Castello della Zisa (dall'arabo al-Azīza, che significa "la splendida"), il Castello di Maredolce e le chiese di San Cataldo e San Giovanni degli Eremiti.
Si affaccia su Piazza Bellini a Palermo la Chiesa di S.Maria dell'Ammiraglio o San Nicolò dei Greci, meglio conosciuta come Martorana; fa parte dell'Eparchia di Piana degli Albanesi (diocesi cattolica con rito greco-bizantino) ed è una delle più affascinanti chiese bizantine risalenti al Medioevo.
Il fascino, la bellezza della Chiesa della Martorana sono dovuti all'insieme di stili, dettagli artistici ed architettonici con cui è stata arricchita nel corso dei secoli.
Doverosa una giornata dedicata ai più importanti monumenti di Palermo: la Cattedrale, edificio dai molteplici stili (romanico, normanno, gotico, barocco, neoclassico), consacrata alla Vergine Maria, dopo essere stata trasformata in moschea dai saraceni, venne restituita al culto cristiano dai normanni; il Palazzo Chiaromonte, in stile Chiaromontano, la Chiesa di San Francesco (al suo interno stupende sculture rinascimentali del Gagini e del Laurana).
Lo stile che più caratterizza l'architettura di Palermo è probabilmente il barocco che possiamo ammirare negli Oratori di Santa Cita e del Rosario di San Domenico, con la presenza di marmi mischi e stucchi del Serpotta, tipici del barocco palermitano.
Per seguire meglio la via tracciata da Goethe e poterne cogliere le stesse emozioni si devono visitare i resti evocativi della Chiesa di S.Maria dello Spasimo, nell'antico quartiere arabo della Kalsa: l'altare della chiesa, risalente a prima del 1519, ospitava una splendida tela del Raffaello intitolata "Spasimo di Sicilia" (anche "Andata al Calvario"), oggi conservata nel Museo del Prado di Madrid.
Abbandonata per molti secoli, oggi la chiesa dello Spasimo ospita manifestazioni teatrali e musicali.
La magnifica vista su Palermo e sulla Conca d'Oro è possibile ammirarla in tutta la sua bellezza dal Santuario di Santa Rosalia, sul Monte Pellegrino, considerato da Goethe una delle tappe più interessanti del suo soggiorno palermitano; lo scrittore tedesco, che definì il Monte Pellegrino "il promontorio più bello del mondo", scrisse al riguardo, soffermandosi poi sulla statua della Santa Patrona di Palermo: Giunti alla vetta del monte, dove questo forma come una nicchia nella roccia, ci troviamo di fronte ad una parete a picco alla quale la chiesa ed il convento sembrano appesi (...) Una bella giovinetta mi apparve allora, al chiarore di alcune lampade tranquille. Sembrava come rapita in estasi, con gli occhi a metà velati, il capo mollemente abbandonato sulla mano destra, carica di anelli. Non potevo saziarmi di contemplarla, come se avesse avuto un fascino del tutto singolare. La veste di stagnola dorata imitava alla perfezione una stoffa intessuta d'oro. La testa e le mani di marmo bianco, erano, non dirò molto elegantemente stilizzate, ma tutta via così naturali, così seducenti, da far credere che ella respirasse e si movesse.
Parte 2: i Templi
Il viaggio di Goethe attraverso i luoghi più suggestivi della Sicilia continua nella zona di Calatafimi Segesta, del suo sito archeologico con il maestoso Tempio Dorico di Segesta, così descritto da Goethe nel 1787: All'estremità di una valle lunga e larga, isolato in vetta a una collina e insieme cinto da rupi, domina lontano un'ampia distesa di terra, ma solo un breve tratto di mare. Il paese d'intorno è immerso in una fertilità malinconica, tutto coltivato, eppure quasi privo di abitazioni umane.
J.W. Goethe rimase colpito dal paesaggio esotico e silenzioso che sollecitarono il suo animo poetico. Prosegue quindi il viaggio verso il Parco Archeologico di Selinunte, il più grande d'Europa, con l'Acropoli e i resti di templi di epoca ellenica.
Selinunte si trova nei pressi di Castelvetrano, dove si possono visitare interessanti monumenti rinascimentali, barocchi e la piccola Chiesa della Santissima Trinità di Delia, in stile arabo-normanno.
Seguendo le orme di Goethe proseguiamo il viaggio verso Agrigento e la Valle dei Templi, assaporando emozioni che solo questi luoghi possono dare; questa la descrizione dello scrittore tedesco: Mai visto in tutta la mia vita uno splendore di primavera come stamattina al levar del sole... Dalla finestra vediamo il vasto e dolce pendio dell'antica città tutto a giardini e vigneti, sotto il folto verde s'indovina appena qualche traccia dei grandi e popolosi quartieri della città di un tempo. Soltanto all'estremità meridionale di questo pendio verdeggiante e fiorito s'alza il tempio della Concordia, a oriente i pochi resti del Tempio di Giunone; ma dall'alto l'occhio non scorge le rovine di altri templi... corre invece a sud verso il mare.
Conosciuta soprattutto per la Valle dei Templi, che nel 1997 è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, Agrigento, incorniciata da ulivi centenari, mandorleti e, verso la costa, dal mare, è ricca di chiese e palazzi di grande prestigio artistico: l'Abbazia di Santo Spirito, del 1260, che comprende il monastero, un chiostro, il Museo Civico e la Galleria Sinatra; la Cattedrale di San Gerlando (Duomo della città), la Basilica di Santa Maria dei Greci, del XII sec. e il Collegio dei Padri Filippini, del 1703, sede di mostre permanenti e temporanee come le opere di Raffaello Politi, di Tommaso Santella o le collezioni del maestro Gianbecchina.
Parte 3: dal centro a oriente
Situata a 650 metri di altezza, Caltanissetta è immersa nelle riserve naturali, ben sette in questo territorio nel cuore della Sicilia; inoltre, popoli del passato, greci, arabi e borboni hanno lasciato splendide testimonianze storico-architettoniche, come il Castello di Pietrarossa (eretto nel 1080), la Cattedrale di Santa Maria la Nova, la cui navata è or nata dagli splendidi affreschi, opera del pittore fiammingo Guglielmo Borremans (1670-1744) e l'Abbazia di S.Spirito, uno splendido esempio di stile romanico in cui è conservata una vasca battesimale romanica.
Soprannominata "Il Belvedere di Sicilia", Enna (antica Castrogiovanni e Provincia più alta d'Italia), dall'alto dei suoi 931 metri, sembra davvero dominare l'intera isola; Goethe la descrisse così: una dorsale isolata che conferisce al paesaggio un carattere insolito e severo.
Catania, Taormina e Messina
Le relazioni dei viaggi in Sicilia fatte da grandi scrittori come Goethe sono uno strumento prezioso per poter godere al meglio delle sensazioni che questa magnifica terra, con le sue bellezze artistiche e naturali, regala a chi la visita.
Goethe, quasi alla fine del suo lungo e molto faticoso viaggio (a quei tempi si viaggiava a dorso di mulo) arrivò a Catania, Taormina e Messina.
A Catania Goethe frequentò la nobiltà locale, fra i palazzi e monumenti barocchi.
Catania è una delle città siciliane più belle e ricche di storia; il centro storico è stato dichiarato Patrimonio dell'Unesco.
Nella centralissima Piazza Duomo si può ammirare l'emblema di Catania, la Fontana dell'Elefante chiamato "o Liotru" e, di fronte la fontana, la Cattedrale dedicata a S.Agata.
Molto suggestivo è anche il Castello Ursino, che si trova in Piazza Federico di Svevia; all'interno del castello si può ammirare il Museo civico di Catania.
Dopo la visita a Catania, Goethe scopre quel "lembo di paradiso" che provoca forti emozioni nello scrittore tedesco, incantato dal panorama che regala il teatro greco: Chi si collochi nel punto più alto, occupato un tempo dagli spettatori, non può fare a meno di confessare che forse mai il pubblico di un teatro ha avuto innanzi a sé uno spettacolo simile... Lo sguardo abbraccia tutta la lunga schiena montuosa dell'Etna, la spiaggia fino a Catania. L'enorme vulcano fumante conclude il quadro sterminato, ma senza crudezza, perché i vapori dell'atmosfera lo fanno apparire più lontano e più grazioso, che non sia in realtà...
Taormina, dall'alto dei suoi 200 metri sul livello del mare, domina un panorama meraviglioso che abbraccia l'Etna e la piana sottostante, ricca di profumati agrumeti.
Salendo da porta Messina si arriva in Piazza Vittorio Emanuele, l'antica Agorà, poi al Foro romano dove si trova il Palazzo Corvaja, splendida architettura quattrocentesca.
Il clima in questa zona è mite (anche in inverno raramente scende sotto i 15°), la bellezza dei luoghi, un insieme di preziosi elementi architettonici, ricchi di valore archeologico, splendidi giardini ed elementi paesaggistici fanno della città di Taormina la meta ideale per il turismo nazionale ed internazionale.
Dal centro urbano di Taormina sono facilmente raggiungibili le spiagge sottostanti di Giardini Naxos, Isola Bella e Mazzarò.
Il viaggio in Sicilia di J.W. Goethe termina a Messina, dove trova soltanto "l'orripilante visione di una città distrutta": il terremoto del 1783 colpì duramente l'Italia meridionale, radendo al suolo le città di Reggio Calabria e Messina.
Restaurato più volte a causa dei terremoti e dei bombardamenti del 1943, il Duomo di Messina si può ammirare in tutto il suo splendore, monumento normanno eretto nella prima metà del sec XII, consacrato alla presenza di Enrico IV con il nome di Santa Maria; nel campanile si trova l'Orologio astronomico (il più grande e complesso orologio meccanico al mondo) e tutti i giorni, a mezzogiorno, varie statue (che ricordano avvenimenti storici) si muovono al suono dell'Ave Maria di Schubert.