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Vi raccontiamo la storia di una città che aveva un sogno: dimostrare la propria ambizione economica. Ma soprattutto vi raccontiamo la storia di un'edificio destinato a ospitare questo sogno. Il grattacielo di Via Andrès Bello, nel cuore di Caracas, doveva essere l'elegante e sfarzoso centro finanziario della città con i suoi 45 piani. Un sogno infranto a metà, che ha visto per anni questa imponente struttura trasformarsi nella più grande favela del mondo. Nel bene e nel male... purchè se ne parli: questa è la storia della Torre di David.
Da Sede del Potere Finanziario a Baraccopoli: La storia della Torre di David
È il più grande edificio al mondo ad essere stato oggetto di squatting da parte di famiglie economicamente disagiate, 28 dei suoi 45 piani ospitavano (abusivamente) famiglie e senzatetto. La storia di questo grattacielo inizia negli anni ‘90 quando David Brillembourg, banchiere venezuelano, sognava un'imponente centro finanziario proprio nel cuore di Caracas a simboleggiare l'ambizione economica del Venezuela: parliamo delle Torre di David, un edificio destinato a diventare sede del gruppo finanziario Confinanzas e del Banco Metropolitano. Ma nel 1994 la crisi economica bloccò il progetto cambiando le sorti di questa struttura e facendola diventare la più grande favela verticale del mondo.
La Torre di David infatti (chiamata così perché prende il nome del suo ideatore) è il terzo grattacielo più alto del Venezuela e ottavo in tutto il Sud America.
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Dall'occupazione abusiva allo sgombero
Nel 2007, dopo anni di abbandono, la Torre viene eletta come casa da oltre 2.500 famiglie venezuelane che la occupano, rendendola però abitabile grazie a delle piccole opere di ristrutturazione. In realtà non si ha una stima precisa di quante siano le famiglie occupanti, ma secondo un censimento variano da 1.400 a 2.500. Come non si sa bene cosa succedesse in realtà all'interno dell'edificio: alcuni dei residenti sostenevano che il grattacielo fosse il fulcro di attività malavitose e covo di gang criminali altri invece sostenevano che fosse una sorta di "comune" modello, l'ancora di salvezza per evitare i barrios, gestiti realmente da criminali.
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All'interno gli occupanti avevano organizzato tutto perfezione: corridoi lucidati tutti i giorni con turni stabiliti, regole e avvisi segnalati sulle pareti, appartamenti e spazi suddivisi e ben tenuti. Inoltre "vantava" una palestra sul terrazzo e alcuni negozi di fortuna (ad esempio un parrucchiere!) ricavati in quelli che dovevano essere lussuosi uffici.
Ma la vita in una situazione simile non era di certo facile, per quanto i residenti si impegnassero a renderlo un luogo dignitoso e pulito purtroppo capitavano incidenti spiacevoli in quanto la struttura, essendo incompleta, non era messa in sicurezza: più volte purtroppo è successo infatti che qualcuno precipitasse dai piani alti del grattacielo a causa dei davanzali pericolanti, inoltre non c'erano ascensori quindi molti erano costretti a lunghe scarpinate, non c'erano i bagni e i collegamenti con acqua a luce erano difficoltosi.
Tutto questo ha portato il governo a optare per lo sgombero, avvenuto nel luglio del 2014 in maniera del tutto pacifica, che ha visto gruppi di famiglie lasciare l'edificio per trasferirsi in nuove abitazioni volute dall'ex (compianto) leader socialista Hugo Chavez.
Il progetto Gran Horizonte di Urban Think-Tank
Un progetto della Torre di David ha inaspettatamente colpito la prestigiosa giuria della Biennale di Venezia che nel 2012 l'ha addirittura premiato con il Leone D'oro per l'Architettura. Il "grattacielo mancato" è infatti considerato un perfetto esempio di Common Ground e di abitare collettivo ed informale. Un premio non solo al progetto ma soprattutto agli abitanti dell'edificio che, nonostante le condizioni, sono stati in grado ridare nuova vita e destinazione d'uso ad un edificio lasciato incompiuto e abbandonato.
Il più alto esempio di squat verticale, simbolo della carenza di alloggi a Caracas, è stato così scelto per il progetto Gran Horizonte di Urban Think-Tank: un'installazione con suoni, video e immagini per rendere omaggio alla comunità verticale di Caracas.