La parola "vulcano" evoca in noi italiani due cose: Etna e Vesuvio. Ma siamo sicuri che nel nostro Paese non ve ne siano altri? Ma soprattutto, possiamo stare tranquilli? Vi diamo una mano a capire quale sia la situazione dei vulcani italiani e la loro ipotetica pericolosità.
Innanzitutto facciamo delle precisazioni: che cos'è esattamente un vulcano? Si tratta di una struttura geologica complessa che viene generata all'interno della crosta terrestre dalla risalita, in seguito ad attività eruttiva, di massa rocciosa fusa. Tale sostanza è ciò che viene chiamato magma. Un vulcano non erutta solo quest'ultima, bensì: lava, cenere, lapilli, gas, scorie varie e vapore acqueo.
Sulla superficie terrestre il 91% dei vulcani sono sottomarini (in gran parte situati lungo le dorsali medio oceaniche) mentre circa 1500 sono quelli oggi attivi sulle terre emerse. I vulcani possono eruttare in modo tranquillo (effusivi) o in modo esplosivo. I fattori che influiscono sulle caratteristiche di un vulcano sono la viscosità del magma e il suo contenuto di silice, dal quale dipende la composizione del magma stesso.
E in Italia?
Sul nostro territorio ci sono almeno dieci vulcani attivi, ossia che hanno dato manifestazioni negli ultimi 10.000 anni. Scopriamo quali...
Vulcani attivi
Dei dieci vulcani attivi, solo Stromboli ed Etna presentano un'attività persistente, ovvero hanno eruzioni continue o separate da brevi periodi di riposo. Tutti i nostri vulcani vengono costantemente monitorati e studiati.
1 - Etna
- Dove si trova: Sicilia, provincia di Catania
- Dimensioni: 3329 m
- Ultima attività: 24 Maggio 2016
- Indice di esplosività vulcanica (VEI): 2/8
Chiamato anche Mongibello o 'A Muntagna dai siciliani, è il più alto vulcano d'Europa. Erutta sia dai quattro crateri sommitali sia dai fianchi, ad intervalli che possono durare dai pochi mesi ai 20 anni. Ha un'attività sia effusiva (con colate di magma basaltico, molto liquido) sia esplosiva. Non di rado,infatti, "sputa" fitte colonne di cenere e gas, visibili anche dallo spazio. Facendo ciò, scaglia tutt'intorno le rocce prodotte dalle sue stesse eruzioni (piroclasti).Tenuto sotto stretto controllo dai geologi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è abbastanza prevedibile da non costituire un grosso pericolo. Nel 2013 è stato dichiarato dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità.
Video delle ultime eruzioni:
2 - Stromboli
- Dove si trova: Mar Tirreno siciliano - Isole Eolie
- Dimensioni: 926 m
- Ultima attività: 9 Ottobre 2016
- Indice di esplosività vulcanica (VEI): 1/8
E' un vulcano che emerge dal mare e ha un'attività eruttiva molto caratteristica: espelle, ad intervalli regolari, brandelli di magma incandescenti fino ad altezze di poche centinaia di metri. Lava e piroclasti si riversano, poi, in mare attraverso un ripido pendio chiamato Sciara del Fuoco (strada del fuoco).
3 - Ischia
- Dove si trova: Isole Flegree - Golfo di Napoli (Campania)
- Dimensioni: 900 m
- Ultima attività: 1302
- Indice di esplosività vulcanica (VEI): Dato non Disponibile
Forse sarà una sorpresa per alcuni ma anche Ischia è da considerarsi un vulcano attivo.
Anche se non presenta attività così dinamiche come gli altri vulcani, Ischia rappresenta comunque un possibile pericolo. L'intensa attività idrotermale, i fenomeni fumarolici, i bradisismi, i recenti terremoti e la storia eruttiva, indicano che l'Isola d'Ischia è da considerarsi un vulcano attivo a tutti gli effetti. Questo perché sono presenti fenomeni di risalita del magma, anche se di recente non si è verificata alcuna eruzione vera e propria. Sull'isola vivono stabilmente circa 50.000 persone (a cui vanno aggiunte le numerose presenze turistiche pendolari e stagionali): in caso di violenta ripresa dell'attività, potrebbero essere evacuate esclusivamente via mare. Un grosso problema da non sottovalutare affatto...
Vulcani dormienti
Sono i cosiddetti vulcani quiescenti, ossia quelli che hanno eruttato negli ultimi diecimila anni ma che attualmente si trovano in una fase di riposo. Alcuni vulcani quiescenti presentano fenomeni di vulcanismo secondario come degassamento dal suolo e fumarole.
1 - Vesuvio
- Dove si trova: provincia di Napoli (Campania)
- Dimensioni: 1281 m
- Ultima attività: 1944
Il Vesuvio, o più propriamente Somma-Vesuvio, è uno dei vulcani più studiati al mondo. Le sue eruzioni di natura esplosiva possono scagliare gas, cenere e vapori ad altissima velocità e a centinaia di chilometri di distanza. Tutti, infatti, conoscono la purtroppo celebre eruzione del 79 d.C. che seppellì le vicine città di Pompei ed Ercolano sotto una nube di cenere e rocce pomici. Il vulcano è in "letargo" dal 1944, ma è perfettamente attivo. La sua pericolosità è determinata dal fatto che sorge in un'area densamente abitata da milioni di abitanti.
2 - Campi Flegrei
- Dove si trova: provincia di Napoli (Campania)
- Dimensioni: 458 m
- Ultima attività: 1538
Un'altra area vulcanica ad alto rischio, anche se per il momento silente, è quella dei Campi Flegrei. L'ultima eruzione in questo territorio, tenuto costantemente sotto monitoraggio, risale al 1538. Nonostante ciò, è attivo un fenomeno periodico di sprofondamento e sollevamento del suolo noto come bradisismo.
3 - Colli Albani
- Dove si trova: provincia di Roma (Lazio)
- Dimensioni: 956 m
- Ultima attività: 5000 anni fa
Il Vulcano Laziale è la struttura geologica dei Colli Albani, l'attuale paesaggio del territorio dei Castelli Romani. Attualmente, questa area vulcanica mantiene una discreta attività, costituita prevalentemente da emissioni gassose (anche altamente tossiche), deformazioni nel terreno e frequenti e deboli scosse sismiche. Il fatto che il vulcano sia quiescente ed abbia avuto fasi di riposo anche di 30-40.000 anni fra una fase eruttiva ed un'altra, pone il problema di un suo possibile risveglio futuro. Costituisce, quindi, un potenziale pericolo per tutti gli abitanti dei paesi dei Colli Albani e per i milioni abitanti di Roma.
4 - Vulcano
- Dove si trova: Mar Tirreno siciliano - Isole Eolie
- Dimensioni: 386 m
- Ultima attività: 1888/1890
L'isola deve la sua esistenza alla fusione di alcuni vulcani. Il più grande è il Vulcano della Fossa. Sebbene l'ultima eruzione sia avvenuta nel 1888/1890, il vulcano non ha mai cessato di dare prova della sua vitalità. Ancora oggi, infatti, si possono osservare vari fenomeni: fumarole, getti di vapore sia sulla cresta che sottomarini e la presenza di fanghi sulfurei dalle apprezzate proprietà terapeutiche. A nord, numerose fumarole continuano ad emettere acido borico, cloruro di ammonio e zolfo. Vista la tossicità dei gas emessi, è possibile avvicinarsi ad esse solamente accompagnati da guide autorizzate.
5 - Lipari
- Dove si trova: Mar Tirreno siciliano - Isole Eolie
- Dimensioni: 37 Km²
- Ultima attività: 1400 anni fa circa
L'isola di Lipari, come tutte le isole Eolie, è il risultato di una complessa serie di eruzioni vulcaniche, succedutesi nel corso dei millenni.Gli ultimi prodotti vulcanici sono legati all'attività di Forgia Vecchia, consistente in modeste quantità di piroclastiti pomicee bianche seguite dalla fuoriuscita di una colata lavica.
6 - Pantelleria
- Dove si trova: Canale di Sicilia, Mar Mediterraneo
- Dimensioni: 836 m
- Ultima attività: 1891
È la più grande delle isole satelliti della Sicilia. Possiede una superficie di 83 km² ed è l'isola più occidentale di questo gruppo. Si trova a 120 Km dalla Sicilia e a 70 dalla costa tunisina. Il suo territorio è di origine vulcanica. Presenta molti fenomeni di vulcanismo secondario, soprattutto acque calde e fumi che dimostrano il persistere dell'attività del vulcano.
7 - Isola Ferdinandea
- Dove si trova: sommersa, Canale di Sicilia, Mar Mediterraneo - Coordinate: 37°10′00″N 12°43′00″E
- Dimensioni: Altitudine massima − 6,9 m di profondità
- Ultima attività: 1831
L'Isola Ferdinandea è una vasta piattaforma rocciosa situata a circa 6 metri dalla superficie marina. Costituisce i resti di un apparato vulcanico che emerse nel 1831, a seguito dell'eruzione sottomarina di un vulcano: si innalzò, così, dall'acqua formando l'isola, la quale crebbe fino ad una superficie di circa 4 km² e 65 m di altezza. Essendo composta prevalentemente da tefrite, materiale roccioso eruttivo facilmente erodibile dall'azione delle onde del mare, l'isola Ferdinandea non ebbe una vita lunga. Una volta concluso l'episodio eruttivo, si verificò una rapida erosione dell'isola, scomparsa poi definitivamente sotto le onde nel gennaio del 1832. Si pose così temporaneamente fine alle dispute internazionali riguardanti la sua sovranità. Grazie a recenti ricerche, si è scoperto che l'attuale banco costituisce, insieme ai vicini banchi Terribile e Nerita, uno dei coni accessori del vulcano sottomarino Empedocle: esso è paragonabile all'Etna per larghezza della base e si eleva circa 500 metri dal fondo del mare. Nel 2002 una rinnovata attività sismica nella zona ha indotto i vulcanologi a sospettare di un nuovo ed imminente episodio eruttivo, con una successiva conseguente nuova emersione dell'isola. Per evitare in anticipo una nuova disputa sulla sua sovranità, alcuni sommozzatori italiani hanno piantato una bandiera tricolore sulla cima del vulcano di cui si aspettava la riemersione. L'eruzione, però, non si verificò e la cima dell'Isola Ferdinandea è rimasta circa 8 metri sotto il livello del mare. L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha scoperto nel 2012 la presenza di 9 crateri vulcanici distinti fra loro, a cui dovrebbero corrispondere altrettante eruzioni avvenute nell'area.
Vulcani estinti
Si definiscono estinti o spenti quei vulcani la cui ultima eruzione certa e documentabile risale ad oltre diecimila anni fa.
1 - Monte Vulture
- Dove si trova: Basilicata, provincia di Potenza
- Dimensioni: 1326 m
- Ultima attività: Pleistocene superiore
Il Vulture è un vulcano spento. Oggi i suoi versanti sono interamente ricoperti da una fitta e rigogliosa vegetazione, resa tale dalla naturale fertilità dei terreni che si sviluppano da rocce vulcaniche. Qui vi sono i due laghi di Monticchio, tipici vulcanici. Estesi e pregiati boschi di castagno si trovano su questo vulcano: il Marroncino di Melfi D.O.P. è la denominazione protetta delle prelibate castagne locali. Nella zona del Monte Vulture si estendono, inoltre, più di 1500 ettari di vitigno rosso Aglianico. L'Aglianico del Vulture è annoverato tra i più grandi vini rossi d'Italia. Alle pendici sorgono numerosi stabilimenti per l'imbottigliamento dell'acqua minerale e diversi centri abitati, tra i quali: Melfi, Rapolla, Barile, Rionero in Vulture ed Atella.
2 - Roccamonfina
- Dove si trova: Campania, provincia di Caserta
- Dimensioni: 1005 m
- Ultima attività: 50.000 anni fa
Attualmente il vulcano si presenta come un grande cono isolato tra i monti Aurunci, la piana e la valle del fiume Garigliano, il massiccio del monte Massico, il Monte Maggiore e il Monte Cesima. L'antica attività vulcanica, ormai da lunghissimo tempo cessata, prosegue solo con movimenti sismici e sorgenti termali di acque oligominerali. La fertilità del suolo ha permesso la creazione di fitti boschi di castagni. Il vulcano fa parte del Parco Regionale di Roccamonfina-Foce Garigliano, istituito nel 1999. Nei dintorni del vulcano sono stati rinvenuti diversi tipi di minerali.
3 - Monti Cimini
- Dove si trova: Lazio
- Dimensioni: 1053 m
- Ultima attività: 95.000 anni fa
Questi monti costituiscono ciò che rimane della corona perimetrale di due sistemi vulcanici: uno più antico, il vulcano Cimino con il Monte Cimino, e uno più recente, il vulcano Vicano con il Monte Fogliano. Oggi la plurisecolare Faggeta Del Monte Cimino ne ricopre la vetta. Il Monte Venere ospita oggi nella sua caldera il Lago di Vico, il quale conserva i tratti tipici delle asperità dei fianchi vulcanici meglio di ogni altro lago di questo tipo in Italia.
4 - Monti Volsini
- Dove si trova: Lazio, Umbria, Toscana - province di Viterbo, Terni, Grosseto
- Dimensioni: 690 m
- Ultima attività: 600.000 anni fa
I Monti Volsini sono una catena collinare di origine vulcanica che si trova intorno al bacino del Lago di Bolsena. I Monti Volsini appartenevano al complesso vulcanico Vulsinio dal quale sono nati il lago e le colline stesse. A ricordo di quell'antica attività vulcanica è rimasta la Conca di Latera, ultimo residuo di un antico vulcano. Recentemente si è pensato di sfruttare gli ultimi residui di attività vulcanica grazie alla costruzione di alcune centrali geotermiche. Una di queste dovrebbe nascere sull'altopiano dell'Alfina ed un'altra sorse a Latera, ma la centrale si rivelò controproducente. Le sue emissioni, ricche di zolfo e altri acidi, produssero danni all'agricoltura e al turismo. Nel 1997 l'ENEL decise, quindi, di chiudere la centrale e di portare le risorse geotermiche sul Monte Amiata.
5 - Monte Amiata
- Dove si trova: Toscana - province di Grosseto e Siena
- Dimensioni: 1738 m
- Ultima attività: 700.000 anni fa
È un antico vulcano, ormai spento, con presenza di rocce e di laghetti di origine vulcanica. Vi si trovano, inoltre, le sorgenti dei fiumi Fiora, Vivo, Albegna e Paglia. Le origini vulcaniche del massiccio montuoso hanno mantenuto un'attività sismica nella zona. Tra i vari eventi, da ricordare il terremoto del 1948 con epicentro l'area montana a cavallo delle province di Grosseto e Siena. Nel territorio amiatino vi sono numerose aree protette: le Riserve Naturali del Monte Labbro, di Pescinello, del Bosco dei Rocconi, di Poggio all'Olmo, della Santissima Trinità, del Monte Penna. Qui si trova anche un importante parco faunistico.